09.06.2025

Tour “Italia (ancora) diseguale” – Tappe nel Nord Italia

Nel quadro del progetto “Italia (ancora) diseguale”, la nostra Fondazione ha promosso un tour di incontri e dialoghi pubblici nel Nord Italia

 

Nel quadro del progetto “Italia (ancora) diseguale”, la nostra Fondazione ha promosso un tour di incontri e dialoghi pubblici nel Nord Italia, con l’obiettivo di presentare i risultati del report e confrontarsi direttamente con amministratori, esperti e cittadinanza attiva. Le tappe hanno riguardato le città di Bergamo, Milano e Cremona, territori spesso percepiti come trainanti e privilegiati nel panorama nazionale, ma che rivelano – alla luce dei dati e dei racconti emersi – dinamiche meno rassicuranti di quanto si creda.

Bergamo

A Bergamo, il dialogo con il Sindaco e con l’Assessore alla Cultura ha offerto spunti preziosi sulla tenuta sociale di una città resiliente, ma dove crescono le pressioni sul ceto medio, soprattutto in relazione all’accesso alla casa e ai servizi. Anche in questo caso, la presenza di amministratori locali, tra cui una rappresentanza del Partito Democratico locale, e rappresentanti ACLI ha reso il confronto ricco e concreto.

 

Milano

A Milano il tour si è articolato in due momenti distinti:

  • Presso il Politecnico, abbiamo incontrato esperti e studiosi del tema disuguaglianze, con i quali si è discusso del quadro nazionale e delle specificità urbane legate a reddito, accesso all’abitare e servizi pubblici.
  • Presso il Circolo Caldara, grazie all’ospitalità del circolo stesso, abbiamo dialogato con la Vicesindaca di Milano e altri esponenti della politica cittadina. È stato un momento importante per riflettere sul ruolo che le istituzioni locali possono (e devono) avere nella lotta alle disuguaglianze.

Cremona

Il tour è partito da Cremona, dove abbiamo incontrato il Presidente della Provincia e diversi amministratori locali. Il confronto ha permesso di inquadrare le sfide di un territorio che, pur mantenendo indicatori relativamente positivi, affronta oggi segnali crescenti di disagio sociale, mobilità bloccata e disuguaglianze interne.

 

Cosa abbiamo osservato: anche il Nord è vulnerabile

Dalle tre tappe è emersa una realtà chiara: anche nei cosiddetti cluster 1 e 2 – ovvero le aree italiane con i migliori parametri socio-economici – le disuguaglianze non solo esistono, ma crescono.

Pur in un contesto di quasi piena occupazione e servizi più avanzati rispetto ad altre aree del Paese, si registra un progressivo indebolimento della classe media, in particolare in relazione all’accesso alla casa, che si sta trasformando in un bene di lusso. Le difficoltà economiche colpiscono trasversalmente, mentre la percezione di insicurezza sociale cresce.

Il confronto con altre regioni europee mostra poi un dato ancor più allarmante: molte di queste aree del Nord Italia non appartengono più alle locomotive d’Europa, e senza un cambio di rotta politico rischiano un declino lento ma strutturale.

 

Una sfida democratica

I segnali raccolti, peraltro già evidenziati dal report stesso, pongono interrogativi profondi non solo sul piano economico, ma sulle basi della democrazia stessa. Quando l’accesso ai servizi, la mobilità sociale, la salute e l’equità di opportunità vengono compromessi, ciò che è in crisi non è solo la coesione sociale, ma anche la promessa democratica di giustizia ed equità.

Il rischio di esclusione sociale riguarda oggi sempre più cittadini, e chiede risposte decise e coordinate. Investire nei territori, redistribuire le risorse, costruire reti di protezione sociale, non è solo auspicabile: è necessario


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