Lo stato della libertà d’informazione in Italia – Nuova pubblicazione

Un’informazione indipendente è essenziale, ma quando la libertà di stampa viene limitata, il rischio è che l’informazione diventi propaganda e che la democrazia si indebolisca. In una società democratica, il confronto tra idee diverse è vitale. Se manca il pluralismo dei media, le persone finiscono per essere esposte a una narrazione unica, senza possibilità di accedere a punti di vista differenti. E senza dibattito, non c’è vera democrazia. Essere informati significa anche essere più consapevoli e responsabili. Un cittadino che ha accesso a notizie affidabili può partecipare con maggiore coscienza alle decisioni politiche e sociali del proprio Paese. Al contrario, quando l’informazione viene distorta, limitata o censurata, aumenta il rischio di manipolazione, sfiducia nelle istituzioni e disinformazione diffusa. L’Italia sta affrontando delle difficoltà nell’ambito informativo. Il rapporto di 2024 di Reporter Senza Frontiere vede il calo mondiale della libertà di stampa, con l’Italia che retrocede dal 41° posto del 2023 al 46°. Il punteggio è dovuto non solo all’influenza della criminalità organizzata, ma anche della politica. Non sempre si tratta di vere e proprie censure imposte dall’alto, ma anche di “auto-censure” messe in atto per tutelarsi da possibili querele per diffamazione o altre azioni legali, conformarsi a particolari linee editoriali.

È necessario caprine di più: per questo la fondazione ha commissionato a Luca Bagnariol un’analisi su queste tematiche per fare luce su quel che sta accadendo in Italia.

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